lunedì 15 novembre 2010

Il Club delle banane di Beck




Come una scimmia del Guadalupe, afferra banane artpopiane e sbalza sul cestello della vostra biancheria con la faccia di colui che ha capito tutto dalla vita. Beck è così. Ragazzetto che si diverte a manipolare e storpiare non solo la propria musica, buttando nel frullatore ogni genere esistente sul suolo terrestre, ma non pago dei cocktail che ha già preparato per i suoi fans, si lancia in operazioni di sabotaggio su canzoni divenute pietre miliari del passato Novecento. Quindi si è inventato un gioco, il Record Club, ovvero invitare a casa gli amici cari e strombazzare come solo dio sa fare, la miscela di note che confluiscono negli spartiti di grandi cantautori e gruppi che hanno fatto la storia del rock. Tranquilli potete benissimo continuare a lavare i piatti senza avere sbalzi sussultori causa assonanze troppo grevi da parte del nostro giovane Beck, che riprendendo il cd simbolo della banana di Warhol dei Velvet Underground, ha combinato su un casino così grande che rimarrete talmente soddisfatti del suo lavoro, che prenderete gli stessi piatti lavati, li lancerete dalla finestra, con grande gioia dei passanti sottostanti e vi spargerete il corpo di Nutella cantando Sunday Mornig. Evitate accuratamente di farvi vedere per strada poi per la settimana successiva, ma so già che non ve ne fregherà un emerito cazzo di questo consiglio, perché per smuovervi dalle casse che continuano a fuoriuscire songs beckivelvetundergroundiane, dovranno venire i pompieri con tutte le forze dell’ordine. Vi ritroveranno in versione banana split, dondolante come Tarzan, senza più voce. Vostra moglie chiederà il divorzio, vi farete un po’ di carcere, ma quello che conta è che possiate portavi in cuffia la nuova versione di Heroin, perché come diceva quel filosofo tedesco, “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me” e voi di morale non avete neanche più il ricordo, ma continuate a domandarvi perché il cielo sia cosparso del frutto Warholiano. Beck vi cambierà la vita. Accettate il rischio?

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