martedì 18 settembre 2012

Lucia




Ti guardo sai
Ti guardo e vorrei dirti ciao
Non ricordo
Ho nella scatola dei ricordi la tua voce
Che meraviglia che sei
Sembri mio figlio
Hai la mia mano nella mia
E’ calda è viva
La stringi come questo mio cuore
Ti guardo sai
Ti guardo dalla piega del mio sorriso
Non ricordo
Eppure da qualche parte nelle vene ci sei
Che meraviglia che sei
Credo proprio che tu sia mio figlio
Abbracciami caro
Le mie parole sono polvere
Evacuano quando voglio pronunciarle
Sento gli ultimi passi della mia vita
Li senti anche tu?
In punta di piedi mi accingo alla fine
Ti guardo sai
Ti guardo e vorrei dirti ciao
Il cuore non dimentica
Quello almeno no
Io sono una povera rimbambita caro
Ma il cuore mio ancora parla
Ecco che ha pronunciato il tuo nome
Non riesco a dirlo amore caro
Non riesco a pronunciarlo
Le lettere sono sparpagliate nella mia testa
Come fosse passata un’alluvione
Ma il mio cuore parla
Ti guardo sai
Ti guardo dalla piega del mio sorriso
Sei sfuocato da queste mandorle sul mondo
Queste piccole mandorle nere incastonate nel viso
Sei sfuocato ma decisamente figlio mio
Abbracciami caro
Le mie parole sono polvere
Evacuano quando voglio pronunciarle
Hai la mia mano sulla mia
E’ calda è viva
La stringi come questo mio cuore
Ti guardo sai
Ti guardo dalla piega del mio sorriso
Torna presto figlio mio
Che possa fare l’ultimo passo di questa vita con te
Per poi avere la possibilità di parlarti come una volta
Ti guardo sai
Ti guardo e vorrei dirti ciao
Non ricordo
Ho nella scatola dei ricordi la tua voce
Che meraviglia che sei
Ti guardo sai
Ti guardo e vorrei dirti ciao.

Mia madre a 30 anni- Foto di Bruno Olivieri

©OlivieriFrancesco

fine delle trasmissioni




Corrono gli uomini al lavoro come le formiche
Corrono i soldati che svasticano pace a colpi di cannoni
Corrono le donne massacrate da gemiti di uomini infanti porci relitti dell'ignoranza
Corrono le automobili sul catrame terso del consumismo
Corrono le famiglie amorevoli odianti ai centri commerciali a scolpire un senso della vita
Corrono gli operai fradici di tristezza
Corrono le madri per partorire figli quarantenni sul tappeto mobile dell'egoismo
Corrono i governanti sulle loro poltrone d'oro a defecare leggi a tutela del potere
Corrono i ciclisti sulle strade tappezzate di vuota euforia 
Corre il popolo bue verso la stalla televisiva d'agognante disperazione
Corrono i sindacati a sbraitare ghigni comperati svenduti sedotti
Corrono i poliziotti sulle lastre della paura manganellando le bestie fragili
Corrono i giovani in cerca di una spiegazione che pare morta 
Corrono le bandiere del populismo che inneggiano le glorie del passato 
Corre la mafia che bacia la mano al Vaticano e a braccetto passeggia per l'Italia con lo Stato. 

©OlivieriFrancesco

giovedì 13 settembre 2012

Frida




Ho un cuore di paloma che mi respira
Piango la vita nel sorriso di questo mio corpo
Una piega di terra d’argilla
Che stringe il mio seno
Rido la vita nel pianto di questo mio corpo
Un taglio di cielo amaranto
Che stringe il mio viso
Ho un cuore di paloma che mi respira
Piango la vita nel sorriso di questo mio corpo
Quadro imperfetto di un amore distillato
Di un amore di vino
Rido la vita nel pianto di questo mio corpo
Quadro perfetto di un dolore seguace
Di un dolore di vino
Ho un cuore di paloma che mi respira
Cartapesta nelle gambe
Seta nello sguardo
Ho un cuore di paloma che mi respira
Ambra nel cuore
Sangue dolce nello spirito
Piango la vita nel sorriso di questo mio corpo
Che stringe il mio viso
Rido la vita nel pianto di questo mio corpo
Che stringe il mio seno
Ho un cuore di paloma che mi respira.

©OlivieriFrancesco

lunedì 10 settembre 2012

Alcoa




Pane e dolore
Mastichiamo
Pane e dolore
Sotto terra in galleria
Pane e dolore
Sui tetti delle fabbriche
Pane e dolore
In mezzo ai binari
Pane e dolore
Sputiamo
Pane e dolore
Soffochiamo
Pane e dolore
Mangiamo
Pane e dolore
Sanguiniamo
Pane e dolore
Il pane nostro
Fatto a colpi di martello
Il nostro martello
Il dolore nostro
Creato a colpi di riforme
Le vostre riforme
Pane e dolore
Sputiamo
Pane e dolore
Soffochiamo
Pane e dolore
Mangiamo
Pane e dolore
Sanguiniamo
Sotto terra nelle gallerie
Pane e dolore
Sui tetti delle fabbriche
Pane e dolore
In mezzo ai binari
Alziamo i pugni
Pane e dolore
Pronti alla morte
Per resistere
Alziamo i pugni
Pane e dolore
Pronti alla morte
Per vivere.


©OlivieriFrancesco

mercoledì 5 settembre 2012

Citera




Te lo ricordi si?
Cara te lo ricordi il nostro primo abbraccio fatto solo di sguardi?
Te lo ricordi si?
Tuo padre che non voleva
Sbraitava quel vecchio
Vattene mi diceva
Vattene
Ma tu e io avevamo già fatto l’amore prima ancora di toccarci
Ogni notte
Te lo ricordi si?
Cara te lo ricordi che ogni notte mi mettevo sotto la tua finestra e attendevo?
Te lo ricordi si?
Poi la fuga
Nei campi prima e su questo stesso mare che ora ci culla verso l’infinito
Copriti cara che fa freddo
Copriti
Sono passati cinquant’anni
E sei bella più che mai
Bella come il primo giorno che ti vidi dietro il bancone del negozio
Te lo ricordi si?
Cara ti ricordi che rimasi lì fermo come un ebete fissandoti?
Te lo ricordi si?
E tu ridevi
Ridevi con quel suono di rondini che garriscono la primavera
Copriti cara che fa freddo
Copriti
Su questa barca che ci porta verso l’infinito
E poi gli anni li abbiamo sfogliati a uno a uno
Giravamo le pagine della nostra vita
Lavorando
Litigando
Amando soprattutto
Te lo ricordi si?
Cara ti ricordi il nostro figlio che oggi lui stesso è padre
Te lo ricordi si?
Quando piangeva la notte e per farti riposare un poco me lo prendevo in braccio e lo portavo davanti alla luna
E lì si calmava
Davanti alla luna sgranava gli occhi e smetteva di piangere
Copriti cara che fa freddo
Copriti
Su questa barca che ci porta verso l’infinito
L’infinita felicità.

©OlivieriFrancesco

martedì 4 settembre 2012

Revolutio




Mangio soldi
Caco ricchezza
Mangio soldi
Caco ricchezza
Bevo petrolio alla menta
Senti che buono prova
È meglio della coca cola
Meglio di un cazzo in culo
Mi spalmo sulla pelle il sudore delle gengive dei poveri
Ottimo per ripararsi dal sole
Sudore delle gengive dei poveri
Ascolta me
Vedi quella massa inerme pietrificata davanti a un rettangolo a cristalli liquidi?
Quelli sono i pezzenti che mi ingrassano
Senza loro sarei alla fame
Mangio soldi
Caco ricchezza
Mangio soldi
Caco ricchezza
Sono belli però da guardare
Una massa che fa di tutto per farmi arricchire ancora di più
A volte provo pena per quegli esseri
Lavorano sai?
Alcuni non tutti
Che se non avessi inventato la crisi
Col cazzo che sarei qui a leccarmi le dita con la filigrana tra le unghie
Pregano
Molti pregano
Sono grato al Vaticano
Perché ha inventato quel dio che fa loro sopportare tutto
Mangio soldi
Caco ricchezza
Mangio soldi
Caco ricchezza
E più gli tratti male
Questi miserabili
Più si inginocchiano e chiedono perdono
Che spasso
Vedere un popolo che ama l’arte della sodomizzazione
Che spasso
Percepire come provino anche minimamente a cambiare le cose
Come quelli vedi?
Quelli là sul tetto di una fabbrica
Quelli là che stanno sotto terra e si tagliano pure i polsi
Quelli lì che manifestano la loro indignazione
Il loro odio
Verso di me
E rido sai
Rido perché sono buffi
Perché li compro come e quando mi pare
Mangio soldi
Caco ricchezza
Mangio soldi
Caco ricchezza
Che cosa stai facendo?
Cosa cazzo stai facendo?
Metti via quella rivoluzione ti prego
Mettila via
La rivoluzione non porta a nulla
Ascoltami
Prendi quello che vuoi
Io posso darti tutto
Se vuoi
Tutto
Tu sei il potere
Vuoi essere giudicato?
Vuoi essere assolto o condannato?*
Assolto ti prego assolto
Troppo tardi
Ora
Mangia terra
E caca vermi
Mangia terra
E caca vermi.

*Fabrizio De Andrè- “Sogno numero due” tratto da “Storia di un impiegato”

©OlivieriFrancesco

lunedì 3 settembre 2012

L'eternità e un giorno




L’eternità e un giorno
Ho i battiti contati amore mio
Rompono questo silenzio
Ma non piangere
Le lacrime lasciamole alla pioggia
Danza con me invece
Danza e sorridi
Questo corpo sgualcito dalle pieghe del tempo
Abbraccialo
Stringilo a te
Bacia questo respiro
Ascolta il mare che suona per noi
Ascolta il vento
Questo direttore d’orchestra
Che distilla musica per noi
Questo mio cuore è stanco
Ha corso per anni invano
Ma ora è sereno
Ora può fermarsi
Perché ti ha trovata
Perché ti ha respirata
Ho i battiti contati amore mio
Le lacrime lasciamole alla pioggia
Danza con me invece
Danza e sorridi
Questo corpo sgualcito dalle pieghe del tempo
Abbraccialo
Stringilo a te
Bacia questo respiro
Ho i battiti contati amore mio
L’eternità e un giorno.

©OlivieriFrancesco