giovedì 20 giugno 2013

LA LUNE TERZO E ULTIMO ATTO



LA LUNE
ATTO III


PASQUA’ Allora ragazzo bello mo' proviamo qualcosa di teatro sociale o civile che tanto è a stessa cosa e poi ‘na volta che hai masticato un poco l'arte dell'attore puoi recitare la vita tua bellissima come la schiena che ti sorregge Ercole mio bello.
Vabbuò?
RAGAZZO  Si si ok, che devo fare?
PASQUA’ Allora visto che il Francesco, ovvero quello triste drammaturgo, non tu, c'ha tirato pacco oggi perché c'ha una riunione importante da fare con la nostra maga barra regista, io per oggi ti farò da tutor, apripista del teatro e regista. Ti aggrada l'idea? 
RAGAZZO Si si ok- Quindi che devo fare?
PASQUA’ Aspè bambolone mio, un attimo. 
Pasquà si mette in mezzo al pubblico, mentre il Ragazzo rimane al centro della scena sul palco. 
PASQUA’ Marcè dagli un poco di blu a sto bell'imbusto e mettimi ‘na musica d'atmosfera. Di quella che sai tu Marcè. Uno di quei gruppi che fanno roba che ti schiatta ‘na mandria di gatti per strada al solo udirla. Su su, che mò voglio proprio vedere questo baldo giovine alle prese con 35° piano. 
MARCE’ Pasquà 35° piano è difficile. Non credi che?
PASQUA’ Silenzio, ho deciso così e così sia. Parti con sta musica e sparamelo bello blu. Fammelo come un grande puffo. 
La scena diviene blu, il ragazzo è al centro della scena, c'è musica in sottofondo
Pasquà va verso il ragazzo. Gli dà il copione di 35° piano e torna in mezzo al pubblico. 
PASQUA’ Mò vai bell'omaccione mio. Che teatro civile sia. 
RAGAZZO Allora comincio?
PASQUA’ Uè Francè, se vuoi aspettiamo che il gallo canti tre volte per vedermi in croce, vedi tu. Su su vai. Comincia. 
RAGAZZO Volava. Cadeva. Atterrava. Faceva tre cose contemporaneamente senza fare nulla. 
Qui Pasquà si alza in moto d'ira
PASQUA’ No no, ma che stai recitando la lista della spesa? Eh vabbuò che facciamo avanguardia ma ancora non siamo così avanti che ci doppiamo. Suvvia. Questo che parla è il figlio. Quello che vola è suo padre che si schianta a terra. Comprì? Capito? Has entendido? Il tedesco non lo so ma insomma ti è entrato nella capa si? Allora sto povero Cristo sta narrando la caduta di questo padre che si fa 35 piani di caduta libera. Ok?
RAGAZZO Ok.
PASQUA’ Dai riprendiamo su. 
Marcè e abbassa sta musica che non si sente niente. Dai. Mamma mia che vita signori miei. 
Pasquà torna in mezzo al pubblico
RAGAZZO Volava. Cadeva. Atterrava. Faceva tre cose contemporaneamente senza fare nulla. Solo un urlo in gola che non usciva e l'asfalto giù in fondo che si avvicinava. Pam. 
Pasquà si rialza e torna sul palco.
PASQUA’ Bello di mammà, ma secondo te questo che vola giù sta facendo un tuffo in piscina?
RAGAZZO No. 
PASQUA’ Bene, e appena arrivato a terra non è che comincia a ballare na bella tarantella, no?
RAGAZZO Cosa?
PASQUAì Come cosa Ercole dei nostri tempi? Questo non vola per farsi una vacanza. S'accide questo. Non va a trovare la nonna. Nemmeno a guardare un film di Moccia. A parte che effettivamente anche quello potrebbe essere un buon motivo per buttarsi di sotto. Ma insomma. Non è che si lancia a cazzo. Eh scusa il francesismo. Questo è disperato. Non ne può più. Come noi del resto. Non ne può più di esser preso per i fondelli da sto sistema infame dell'economia e decide di mandare tutti a quel paese come gesto di rivolta.
Guardando verso Marcè.  
E abbassa sta musica Marcè.
Hai compreso? Quello lì è uno che ha voluto con il suo gesto dire al mondo intero, guardate figli di puttana come ci avete ridotto. È na denucia. Un atto d'accusa. Un gesto di rivolta.
RAGAZZO Si ma io non voglio fare sta parte.
PASQUA’ Ah no?
RAGAZZO La maga, cioè la regista mi ha detto che dovevo essere protagonista della mia vita, mica di recitare di uno che si tira di sotto. 
PASQUA’ Vero anche quello! Quindi bell'imbusto, che vuoi fà?
RAGAZZO Essere protagonista della mia vita-
PASQUA’ Bene. Ok. Ridammi il copione. Vai, mentre mi siedo puoi già cominciare. Hai tutto il teatro che ti ascolta. Ragazzi, chiama a sè tutti gli artisti, ci sta Francè che ci vuole recitare la sua vita. Venite qui e silenzio.
Squilla un cellulare.
Spegnete quei cazzo di cellulari per favore.
Oh Ok.
Francè siamo tutti qui per te. 
Marcè togli la musica e mettigli na bella luce rossa.
Vai. 
RAGAZZO Un po’ imbarazzato.
Questo cielo è pesante signori miei. Si è abbassato fino qui, lo vedete che striscia sul palco? Perché mi hanno tolto l'aria. Però non c'è miglior cosa che respirare la terra. Quella che riempie i nostri passi di radici. Che schiaffeggia in faccia la nostra instabilità. Di fronte all'arroganza lei spegne tutto con un vagito. S'apre come una vagina e accoglie questi figli che lavorano il tempo senza un senso. Qui sotto questo palco signori miei, c'è la voce di questa terra umana, che sanguina sorrisi e abbracci dimenticati. Respiriamola signori miei, respiriamo con le gambe, con le braccia. Apriamo questo orizzonte e diamoci una possibilità. Quella di rendere fertile questa esistenza. Seminiamo sogni per raccogliere bellezza. Seminiamo utopia per bere coraggio. Del resto le nuvole nere signori miei sono tali perché vediamo la notte negli occhi del sole. Ecco. Non ho altro da dire se non un silenzio cocente da lasciarvi come l'eredità più bella. Questa è la mia vita. 
Qui tutti applaudono. Pasquà sale sul palco e abbraccia il ragazzo con le lacrime agli occhi. Anche Marcè sale sul palco. 
PASQUA’ Maronna che bravo sto Adone. M'hai fatto piangere mannaggia a te
MARCE’ Davvero complimenti. Davvero.
I due si girano verso il pubblico tenendo le loro braccia sulle spalle del Ragazzo
Guardando il pubblico concludono 
PASQUA’ Vero che è stato bravo? Altro che i testi dell'Olivieri. Questo si che è un attore e drammaturgo con le palle.
Vero?
Fine. 

A mio bisnonno, Decio de Sallusti, drammaturgo napoletano dei primi del ‘900

©OlivieriFrancesco

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