lunedì 28 luglio 2014

Il macramè del silenzio



Il macramè del silenzio

Un macramè per la purezza
tessuto tra queste gambe
cuce questo taglio involontario
ma non la bocca che sputa aghi

un macramè per la castità
tessuto tra questo mutilato dolore
strappa carne della mia carne
ma non gli occhi che sparano coltelli

c'è un vestito bianco per me sull'altare
filo di lino imbevuto di sudici baci
c'è un uomo per me sull'altare
chiave a stella per scucire le sue voglie

un macramè per la devozione
tessuto tra questa pelle nascosta
morde la rassegnazione
ma non il vomito della rabbia

un macramè per la custodia
tessuto tra la libertà e la prigionia
corrode l'utero marcio di vita
ma non i polmoni che respirano speranza

c'è un vestito bianco per me sull'altare
filo di lino imbevuto di sudici baci
c'è un uomo per me sull'altare
chiave a stella per scucire le sue voglie

un macramè per il controllo
tessuto tra questo castrato maschilismo
beve il succo del possesso
ma non la saliva che deglutisce la paura

un macramè per la salvezza
tessuto tra il ricordo dell'orgasmo
scortica l'amore
ma non le mani che gridano aiuto

c'è un vestito bianco per me sull'altare
filo di lino imbevuto di sudici baci
c'è un uomo per me sull'altare
chiave a stella per scucire le sue voglie

Un macramè per la purezza
tessuto tra queste gambe
cuce questo taglio involontario
ma non la bocca che sputa aghi

un macramè per la castità
tessuto tra questo mutilato dolore
strappa carne della mia carne
ma non gli occhi che sparano coltelli.

Francesco Olivieri


domenica 27 luglio 2014

All'ombra di me stesso




C'è poco da fare. Quando attraverso il corridoio con la velocità di questo corpo stampellato, seguo l'ombra che mi anticipa sempre. Una volta mi stava sempre dietro. Ero veloce. A volte quando si allungava come per fregarmi il passo, scattavo come un felino e la lasciavo a lingua in fuori. Ansimante. Stremata. Tornavo poi la sera a casa e la trovavo distesa a terra. Dormiente. Allora mi coricavo al suo fianco, abbracciavo quel nero nel buio di notti affollate di stelle e sparivo nel sonno. Con lei. Oggi queste gambe non reggono più questo gioco. Ora è lei che mi lascia senza forze rinchiuso tra queste quattro mura e la sento tornare solo quando il sole ha salutato l'orizzonte sparendo nel giorno altrui. A quel punto arriva e sento le sue braccia di vento che mi scaldano il cuore. Sono vecchio si ma non così tanto da svanire nel corpo senza la mia ombra. Quel giorno, quando lei non tornerà più, sarà buio ma di quel buio così assonnato da non avere la forza di risvegliarsi. 
Francesco Olivieri

Siamo forse sconosciuti



Siamo forse sconosciuti
in queste gabbie del vostro progresso
lacrime non sudore
quando l'umanità resta fuori dalla porta

siamo forse sconosciuti
in queste celle del vostro saziarvi
carne non aria
quando l'innocenza diviene sangue

E gli animali conosciuti
deambulano la propria stupidità
e gli animali conosciuti
vestono la propria vanità


siamo forse sconosciuti
in queste prigioni della vostra ricerca
occhi non sguardi
quando le preghiere torturate sono indifese

siamo forse sconosciuti
in queste latrine del vostro riprodurvi
ali non libertà
quando il volo fucilato dall'indifferenza lentamente muore

E gli animali conosciuti
deambulano la propria stupidità
e gli animali conosciuti
vestono la propria vanità



Siamo forse sconosciuti
in queste gabbie del vostro progresso
lacrime non sudore
quando l'umanità resta fuori dalla porta


siamo forse sconosciuti
in questo globo che credete vostro
anime d'avorio
che d'umano abbiamo solo l'orrore nel ricordo


Francesco Olivieri